la Gondola

Anni '50-'70 Autori

Luciano Regini

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PROFILO CRITICO-BIOGRAFICO

Tutta la produzione fotografica di Luciano Regini (Roma 1923 – 1977) è stato donata nel 2008 dalla figlia Alessandra all'Archivio Storico della Gondola.

Essa consta di 326 stampe di cui 280 in b/n, 26 clp, e il restante di vari formati e qualità.

Assieme alle immagini sono stati donati altri reperti, utili per meglio definire il percorso dell'Autore.

Tutto il fondo è stato classificato, suddiviso in categorie e infine archiviato.

L'intento della donazione era quello di mantenere intatto il corpus delle immagini e attraverso le opportunità di diffusione dell’Archivio, renderlo fruibile al pubblico.

Luciano Regini, benché romano di nascita, era di sicure origini veneziane; il nonno era gondoliere “de casada” cioè chiamato al servizio di famiglie nobili o ingaggiato per trasportare  personaggi illustri in occasione delle loro visite in città.

Così gli accadde, in una di queste, di essere notato dalla famiglia reale che gli offrì uno stabile impiego a Roma.

Luciano Regini cominciò a interessarsi di fotografia sin da giovanissimo con l'Agfa di suo padre.

Dopo gli studi, entrò in un importante istituto bancario; nel 1955 fu trasferito a Venezia, dove rimase per circa quattro anni.

Nel 1959 ebbe come nuova destinazione Mantova.

In questa città, mentre la passione per la fotografia aveva assunto valenze più assidue e meditate, fondò assieme a Rodolfo Stranieri il Fotocineclub Mantova che si conquistò ben presto un'ottima fama grazie a molteplici iniziative; Regini ne fu segretario dal 1964 al 1965.

Nel contempo grazie a numerose affermazioni nei concorsi, Regini conseguiva la qualifica di A.FIAP (Artiste de la Fédération Internationale de l'Art Photographique).

Tornato a Roma nel 1969, vi moriva prematuramente nel 1977.

I percorsi espressivi di Luciano Regini sono molteplici - reportage, architettura, ritratto - nei quali egli dimostra un'ottima padronanza del mezzo e una vena espressiva in linea con le aspettative del mondo amatoriale dell'epoca.

I tratti originali della sua opera si possono riconoscere nell'attenzione posta nel fermare episodi minori della vita quotidiana e nel documentare avvenimenti (costruzioni di ponti, autostrade, vita delle fabbriche) all'epoca piuttosto trascurati poiché ritenuti, a torto, di scarso interesse espressivo.

Importanti, ai fini di una testimonianza dell'epoca (anni '60 e '70) risultano alcune immagini veneziane (la Riva degli Schiavoni, la spiaggia del Lido, lo scavo dei rii, ecc.) ma anche altre scattate a Mantova, lungo il corso del Mincio, o a Roma.

Talvolta è chiara, per ammissione dello stesso Autore, l'ispirazione alla poetica di Berengo Gardin; ciò tuttavia non toglie alcun merito all'osservazione di Regini che rimane fresca e priva di connotazioni illustrative o moraleggianti.

Infine, una parola va spesa per la ricerca, intesa come still-life e composizioni di oggetti, nella quale in alcuni casi  (i copertoni, i cavalletti, ecc.) Luciano Regini ottiene risultati di assoluta eccellenza per qualità stilistica, tecnica e compositiva.

Manfredo Manfroi Presidente Circolo fotografico La Gondola


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